I guanti monousi pericolosi: aumentano il rischio del coronavirus

Data Pubblicazione: 09/06/2020

Guanti monouso a rischio

Guanti monouso a rischio infezione. E’ l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad aver fatto retromarcia dopo quanto affermato negli scorsi mesi. Niente guanti monouso che potrebbero aumentare il rischio infezione. Lo stop dei guanti è da attuare anche all’interno dei supermercati come misura anti contagio. Una parziale retromarcia iniziata qualche settimana fa, quando l’OMS aveva spiegato come la soluzione più efficace contro il coronavirus fosse lavarsi e igienizzarsi con frequenza le mani. Un metodo più utile dell’utilizzo dei guanti di plastica.

Perché indossare i guanti monouso è rischioso

Oggi la nuova affermazione che va anche oltre quella delle settimane scorse. L’OMS spiega che l’utilizzo dei guanti è sconsigliato in quanto può portare ad un aumento del rischio di contrarre il virus, in quanto può portare alla auto-contaminazione o alla trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e quindi il viso. Una disposizione destinata a modificare i comportamenti quotidiani: finora, infatti, nei supermercati, così come in alcuni negozi come quelli di abbigliamento, veniva richiesto l’utilizzo di guanti monouso. Ora invece l’Oms raccomanda di installare dispenser con gel igienizzante per le mani sia all’entrata che all’uscita.
La spiegazione del perché il guanto aumenta il rischio di infezione è molto semplice. Indossando il guanto, non è che il virus non ci sia sulle mani, anzi: toccandoci il viso con i guanti, ci infetteremmo. Quello che, invece, c’è meno possibilità che accada lavandoci costantemente le mani. Meglio, quindi, igienizzare con frequenza le mani che indossare guanti per un’intera giornata. Una constatazione che in molti avevano già fatto nella vita quotidiana e che ora è certificata anche dall’OMS. Niente guanti monouso quindi, almeno per combattere il coronavirus: distanziamento sociale e lavare le mani spesso, queste le colonne della prevenzione. Anche se, è bene dirlo, quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono semplici raccomandazioni, mentre occorre informarsi sulle normative presenti sul territorio.

Pubblicata il 09/06/2020

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