Carenza di iodio: gli alimenti per combatterla

Data Pubblicazione: 20/05/2018

Carenza di iodio: come prevenirla e combatterla con l'alimentazione

La carenza di iodio è un problema che riguarda molti italiani: ben il 12%, secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute e dell’OSNAMI, ha una mancanza di questo prezioso micronutriente nel proprio organismo. Un problema che potrebbe portare all’insorgenza di diverse patologie. La carenza di iodio può essere curata a tavola, introducendo nella propria alimentazione alcuni cibi che contengono tale nutriente in buone quantità.
Lo iodio è molto importante per l’organismo umano. Fondamentale per il metabolismo, ben il 30% è presente nella tiroide ed è coinvolto nella produzione di ormoni come Tiroxina e Triodotironina. Il restante 70% è distribuito in tutto il corpo tra vari organi e tessuti: possiamo citare a titolo di esempio gli occhi, le ghiandole mammarie e salivari, le arterie. Ecco allora che risulterà subito comprensibile l’importanza che lo iodio riveste nella nostra salute. Fondamentale quindi prevenire ed eventualmente combattere se si è vittime di carenza iodio. In questo l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale visto che il nostro corpo è capace di produrne non più di 20 mcg al giorno contro un fabbisogno quotidiano di circa 150 mcg in condizioni normali, 200 in gravidanza e addirittura 220 in allattamento.

Carenza di iodio: gli alimenti che lo contengono

Ma quali sono gli alimenti che aiutano a combattere la carenza di iodio? Questo nutriente è presente in grande quantità a mare, ma anche in latte e frutta. Le alghe ne sono ricche, così come i pesci e i molluschi: sono questi gli alimenti che presentano concentrazioni maggiori. Ecco allora che chi si trova a dover alzare i propri livelli di iodio può prepararsi un’insalata di mare oppure dedicarsi alla cucina giapponese con i Futomaki, ricetta che prevede alghe kombu e tonno. Proprio questo pesce è tra quelli con più iodio (fino a 100 microgrammi ogni 100 g): niente però a confronto dell’alga kombu che arriva a 1.542 mcg/g. Da considerare anche la frutta, le uova, il latte di mucca e i legumi.

Pubblicata il 20/05/2018

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