Data Pubblicazione: 05/01/2018
Il lievito di birra, utilizzato per la panificazione, è una coltura di Saccharomyces cerevisiae, uno dei microrganismi più importanti in cucina. Tale tipo di lievito si nutre tramite glucosio (e anche altri zuccheri): li metabolizza e produce sostanze importanti per il nostro organismo. Aspetto importante in ambito culinario è che il fungo quando lavora in presenza di ossigeno va a produrre l'anidride carbonica. E' questa che viene catturata dall'impasto e lo fa aumentare di volume rendendolo al contempo soffice. Importante in questo processo è la presenza di glutine. In commercio troviamo sia il lievito di birra fresco che il lievito di birra secco. La differenza tra i due non è eclatante. In generale quello secco si conserva per oltre un anno, mentre il fresco non va oltre un mese e va tenuto in frigorifero.
Valori nutrizionali
per 100 g di Lievito secco attivo
Il lievito di birra ha una storia millenaria alle spalle: già in antichità erano note le sue proprietà benefiche ed in particolare si utilizza come depurativo. Ricette a base di lievito erano presenti già nel papiro Ebers del 3.500 avanti Cristo.
Il lievito fresco ha un tempo di conservazione molto più ristretto di quello secco. Il primo va conservato in frigorifero, mentre il secondo a temperatura ambiente e dura fino ad un anno. Per entrambi fa fede la data di scadenza presente sulla confezione.
Dalla pizza al pane, il lievito di birra è fondamentale per un'infinità di preparazioni. Utilizzato anche per realizzare dei deliziosi dolci, è coinvolto anche nella produzione di vino e birra.
Pubblicata il 05/01/2018Le nostre rubriche
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