Fritto e rischio infarto: lo studio
Data Pubblicazione: 27/01/2021
Il legame tra fritto e infarto
In base a tale analisi è stato riscontrato una correlazione tra fritto e rischio infarto o in generale malattie cardiache e ictus. In particolare basta una porzione settimanale di 114 grammi per far lievitare il pericolo di andare incontro a patologie cardiache. In generale, le persone che mangiavano le maggiori quantità di cibo fritto avevano un aumento del rischio cardiovascolare più alto del 28% rispetto a chi consumava la quantità minore. Percentuale che scendeva al 22% per le malattie coronariche e schizzava al 37%per l’insufficienza cardiaca. Ogni dose aggiuntiva aumentava le percentuali rispettivamente 3%, 2% e 12%.Uno studio però che va approfondito come specificato dagli stessi autori che rimarcano come la ricerca si basa esclusivamente sulla memoria delle persone coinvolte. Inoltre, molti studi prevedevano soltanto un tipo di cibo fritto e non la totalità degli alimenti che possono essere cotti tramite frittura. In generale gli scienziati rimarcano come non si possa arrivare ad una conclusione partendo da questa indagine e spiegano che ancora non è chiaro come il cibo fritto vada ad incidere sulla salute delle persone, qual è il meccanismo che porterebbe ad un aumentato rischio. Ad ogni modo, in attesa di nuove testimonianze scientifiche è lecito dire che la frittura in generale va limitata nelle quantità.