Dado, un ingrediente che è meglio evitare

Data Pubblicazione: 12/12/2017

Dado, un ingrediente che è meglio evitare

Ora finito nell'occhio delle critiche, il dado fino a pochi anni fa era considerato una sorta di manna dal cielo. Vuoi mettere la facilità di preparare una ricetta in poco tempo grazie a questo cubetto ‘magico’? Ebbene, non si sapevano allora tutti i pericoli che si corrono gustandosi questo ingrediente. Si tratta di un preparato da cucina che può essere a base di carne o verdure. Utilizzato come esaltatore di sapori, solitamente è venduto in cubetti da circa 10 grammi ciascuno. Possibile anche trovarlo come brodo granulare in vasetti oppure in polvere. Al di là della forma con la quale è commercializzato, il dado è realizzato utilizzando questi ingredienti: glutammato monosodico, aromi, conservati, estratto di lievito; ovviamente poi ci saranno verdure per il dado vegetale ed estratti di carne per quello di carne.

Dado, i rischi

Proprio l'elevata presenza di glutammato monosodico rappresenta uno dei punti principali delle critiche a questo preparato. Questo amminoacido, presente anche in altri alimenti naturali, è realizzato attualmente tramite un processo di fermentazione, mentre in passato si estraeva dalle alghe marine. E’ un esaltatore di sapidità, che però non fa certo bene alla salute. Il glutammato monosodico, infatti, potrebbe causare fenomeni come ritenzione idrica, intolleranze alimentari, aumento di peso, allergie; inoltre non dimentichiamo che è un sale ed è quindi altamente sconsigliato a chi soffre di pressione alta. Per completare il quadro di un prodotto ora ampiamente criticato, c’è anche l’utilizzo di conservanti e sostanze chimiche: non certo un bel biglietto da visita.

Qualcosa di buono pure avrà questo dado! Beh, si potrebbe pensare alle calorie: appena 180 in 100 grammi. In un dado ne sono 36.

Cenni storici

Il creatore del dado è stato il barone von Liebig nel diciannovesimo secolo. Questi realizzò un estratto di carne per insaporire i brodi, venduto in vasetti di vetro, e capace di conservarsi a lungo. Qualche decennio dopo, 1880, dalla Svizzera arrivò un passo avanti. Julius Maggi creò un nuovo concentrato, realizzato con estratti di carne, cereali e semi oleosi, venduto a cubetti monodose. In pratica il dado che ancora oggi conosciamo e che in Italia ha avuto successo a partire dagli anni venti del ventesimo secolo.

Varietà di preparazione

Anche se è possibile utilizzare il dado fatto in casa, ad esempio quello vegetale, questo preparato da cucina è usato soprattutto nelle ricette che richiedono la necessità di usare del brodo o quando si vuole dare maggior sapore a minestre.

Pubblicata il 12/12/2017

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