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Sitofobia: cosa è, sintomi e cura

Data Pubblicazione: 23/07/2020

Sitofobia
Con il termine di sitofobia si indica la paura del cibo. Si tratta, ovviamente, di una condizione patologia che può portare anche a conseguenze molto gravi. Ad esempio chi soffre di sitofobia rifiuta di alimentarsi e ha un rischio molto elevato di sviluppare l’anoressia, uno dei disturbi alimentari. Questa particolare condizione rappresenta uno dei sintomi di alcune psicosi schizofreniche ma è presente anche in depressioni, soprattutto quelle più gravi.
All’origine di questa paura del cibo ci sono solitamente altre fobie irrazionali come il timore di poter essere avvelenati oppure che gli alimenti siano contaminati, magari da germi pericolosi. Tra gli altri motivi legati a questo rifiuto del cibo c’è anche quello relativo alla paura di aumentare il peso. Inoltre la sitofobia è una condizione che può sorgere anche in chi soffre di demenza senile: in questo caso il no al cibo è dovuto alla paura di dover poi spendere soldi.

Fotofobia, conseguenze e possibili cure

Chi soffre di sitofobia può vedere poi compromessa la propria salute. Così tra le malattie che più spesso si associano a questa patologia, ci sono la pancreatite e l’angina addominale. Ovviamente l’unica vera soluzione per tentare di curare la paura del cibo o quanto meno di tenerla sotto controllo è quella di rivolgersi ad un professionista in campo psicologico. Tra le possibili soluzioni per evitare che la sitofobia degeneri e diventi devastante per l’organismo umano c’è anche l’alimentazione tramite sonda esofagea oppure, in caso meno gravi, assumere stimolanti dell’appetito o fare una sorta di nuovo svezzamento con la reintroduzione graduale del cibo.
Solitamente a generare la sitofobia ci sono delle esperienze negative. La paura del cibo può nascere, ad esempio, dopo aver consumato del cibo avariato. Ma potrebbe anche scaturire da una particolare allergia alimentare. Ad ogni modo, questa rubrica non può in alcun caso essere esaustiva: l’unico vero consiglio è rivolgersi ad uno specialista.
Pubblicata il 23/07/2020

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