Data Pubblicazione: 09/01/2018
La pasta, come farne a meno? Quando ci troviamo davanti un piatto fumante di pasta, ecco che diventiamo tutti esperti di cucina. C’è chi vuole la pasta al dente, chi la vuole al chiodo, altri ancora, invece, preferiscono una pasta cotta più a lungo. Ma conosciamo davvero la differenza tra i vari tipi di cottura? Qual è la differenza tra la pasta al dente e al chiodo? Partiamo con la definizione della prima. La pasta al dente è quella che presenta ancora un po’ di resistenza alla masticazione. Quando la si va a tagliare, che sia con la forchetta o con i denti, si avverte un piccolo rumore. Guardandola, si nota una traccia bianca, è la famosa anima. Quando invece la pasta è molto più molliccia, quasi appiccicosa, ecco che l’abbiamo cotta un po’ troppo. Abbiamo cioè superato il tempo di cottura suggerito sulla confezione. Il risultato è appunto una pasta scotta. E’ possibile che accada anche senza superare i minuti di cottura richiesti? Purtroppo la risposta è sì! Oltre al fatto che il tempo indicato sulla confezione è sempre indicativo, occorre ricordare che la pasta continua la sua cottura anche una volta scolata.
Adesso veniamo alla pasta al chiodo. Si definisce così quando la scoliamo prima della normale cottura al dente. Si tratta di una pasta più dura, consistente rispetto alla prima che va a scolata qualche minuto in anticipo. In questo caso addentandola si sente proprio uno scricchiolio. Questo tipo di cottura al chiodo può piacere o no: rispetto alla cottura al dente, non esistono mezze misure. Si può preferire la cottura al chiodo nelle ricette che chiedono una successiva mantecatura, che sia in padella o a freddo. Ecco quindi la differenza tra la pasta al dente e al chiodo. Ora potete scegliere la vostra cottura preferita per i vostri primi piatti.
Pubblicata il 09/01/2018Potrebbe interessarti anche
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