Niente nuovi ristoranti fino al 2021: la proposta in Senato

Data Pubblicazione: 14/08/2020

Niente ristoranti fino al prossimo anno

Niente più aperture di ristoranti fino al 31 dicembre 2021. E’ questa l’idea di Dario Parrini, senatore del Partito Democratico, per aiutare i ristoratori in crisi per via del lockdown. Parrini ha presentato un emendamento al decreto Agosto nel quale si chiede di bloccare l’apertura di nuovi ristoranti fino al termine del prossimo anno. La proposta, che è stata dichiarata ammissibile e quindi sarà discussa a Palazzo Madama, è stata lanciata dall’associazione Ristoratori Toscana e fatta propria dal senatore.
La motivazione di questa proposta è proprio nel salvaguardare le realtà attualmente già esistenti e che hanno patito in maniera pesante la crisi dovuta al coronavirus. Secondo il ragionamento di Ristoratori Toscana, eventuali nuovi imprenditori avrebbero gioco facile a far fuori la concorrenza preesistente che deve far fronte a crisi e debiti. Inoltre, l’arrivo di nuovo imprenditori potrebbe avere come conseguenza anche un aumento del prezzo dei fitti come conseguenza dell’aumento di domanda.

Ristoranti e coronavirus, nuova proposta di stop

La proposta, fatta propria da Parrini, non è stata accolta in maniera favorevole da tutti: in molti parlano di un’idea che ostacola la concorrenza e qualcun altro la vede come ipotesi che può andare ad incidere in maniera negativa sul settore, che già è costretto ad alcune limitazioni. Una proposta alla quale se ne affianca un’altra, sempre targata Partito Democratico. L’emendamento al decreto semplificazioni, questa volta presentato dalla senatrice Caterina Biti, prevede lo stop – sempre fino al dicembre 2021 – alla possibilità di trasformazione di gastronomie e negozi in ristoranti o comunque in locali in cui si consuma cibo. Questo con l’obiettivo di limitare gli effetti negativi dell’emergenza coronavirus e anche le possibile conseguenze negative sui prezzi dei fitti dei locali commerciali. Una doppia proposta in due decreti diversi ma che partono dalla stessa idea di proteggere il settore che, forse, più di tutti ha accusato la crisi economica.

Pubblicata il 14/08/2020

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