Le
borracce di alluminio potrebbero fare male. Sarebbe questo il risultato di uno studio condotto dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell'Università La Sapienza di Roma e commissionato da Fondazione Acqua. In particolare, rilascerebbero tracce di metalli nell'acqua contenuta, anche se nei limiti di legge. Per questa ricerca sono state utilizzate 20 diverse tipologie di borracce e sono stati raccolti 24mila risultati analitici. In particolare si sono indagate le cessioni di 40 elementi inorganici e 7 organici. L’indagine ha mostrato come non ci sia rilascio dei composti organici, mentre c’è quello degli elementi inorganici. In questo caso, tipo di sostanza e quantità ritrovata nell'acqua è molto diversa da borraccia a borraccia: in tutti i casi, comunque, non sono superati i valori massimi imposti dalla legge. Il problema nascerebbe però dal fatto che questi metalli si andrebbero a sommare con quelli presenti nell'acqua di rubinetto: in questo modo si potrebbero superare i limiti previsti dalla normativa vigente.
Borracce di alluminio: occhio al marchio CE
Lo studio ha anche evidenziato che diverse borracce non rispettavano i regolamenti CE e quelle nazionale sui MOCA (materiali destinati al contatto con gli alimenti). In particolare, soltanto alcune delle borracce esaminate presentavano il simbolo previsto, mentre in altri casi mancavano le indicazioni di impiego o indicazioni utili per la rintracciabilità: tutti requisiti fondamentale per la messa in vendita. Tale studio viene proposto in un periodo in cui le borracce di alluminio o acciaio sono molto diffuse. La
plastica è stata messa al bando, diventando la nemica numero uno dell’ambiente e un po’ per convinzione e un po’ per moda, in molti si sono riconvertiti all'utilizzo delle
borracce riutilizzabili. Occhio però alla loro qualità e attenzione anche a ciò che emerge dai risultati di questo studio. Le borracce di alluminio potrebbero anche non essere così innocenti come si pensa.