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Bere caffè aumenta il rischio tumore?

Data Pubblicazione: 14/11/2018

Bere caffè aumenta il rischio tumore? la risposta definitiva
No, nessuna correlazione caffè-tumore: tocca alla FDA (la Food and Drug Administration) ‘salvare’ la bevanda più conosciuta al mondo da un’accusa pericolosa, quella di essere una sostanza ‘potenzialmente’ cancerogena. Grazie a questa decisione, i produttori potranno continuare a vendere caffè senza dover apporre sulla confezione la dicitura ‘rischio tumori’, come era stato prospettato in California nelle scorse settimane.

Caffè tumore: nessuna correlazione

Ma perché tutto questo? Per la presenza nel caffè dell’acrilammide, una sostanza chimica che viene prodotta durante la torrefazione. Tale sostanza ad elevate dosi negli animali è stata dimostrata essere cancerogena, ma al momento non esistono evidenze scientifiche che bere caffè aumenti il rischio di essere vittima di un tumore. In realtà sono in corso studi scientifici che stanno analizzando proprio la presenza di acrilammide nel caffè e quanta se ne usi durante la torrefazione: i risultati di questo studio internazionale sono attesi entro l’inizio del prossimo anno e potrebbero mettere la parola fine all’accusa di correlazione caffè-tumore.
Anche perché gli studi scientifici fin qui condotti hanno dimostrato sul caffè controindicazioni relative ma soprattutto benefici: berne quattro tazzine al giorno, insieme a uno stile di vita sano, riduce il rischio di contrarre patologie epatiche e cardiache, come ad esempio l’infarto e le aritmie. Inoltre, tornando al legame caffè tumore, alcuni studi evidenziano come l’assunzione del caffè sia correlata alla riduzione dell’incidenza di alcuni tumori come ad esempio quello della prostata, della mammella e del cavo orale. Senza dimenticare gli effetti positivi su demenze e depressione. Inoltre, non sono state dimostrate possibili controindicazioni del caffè per i pazienti oncologici: al momento la bevanda più amata dagli italiani è sconsigliata solo in caso di problemi come ulcera esofagea, duodenale o in caso di reflusso gastro-esofageo. Ed allora non resta che accogliere con piacere il pronunciamento della FDA e continuare a bere senza problemi la nostra tazzulella ‘e caffè.
Pubblicata il 14/11/2018

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