Data Pubblicazione: 12/07/2016
E' successo a Roma, Bambini rifiutati al ristorante. Sul web infuria la polemica! Un ristorante di Roma decide di vietare l'ingresso ai bambini che hanno meno di cinque anni, e a sorpresa raddoppia i clienti. La notizia ha fatto il giro del mondo (e del web) suscitando commenti indignati, ma anche, a sorpresa, tanti consensi. Un ristorante romano, la Fraschetta del Pesce, è balzato agli onori delle cronache per aver vietato l'ingresso ai bambini di meno di cinque anni. Altro che ristorante con giochi per bambini! Marco, il proprietario, che nella capitale tutti chiamano "il Comandante", l'ha fatto in maniera inequivocabile, appendendo all'ingresso un cartello con su scritto: "Vietato l’ingresso ai bambini di meno di cinque anni". A corredo della scritta, già di per sé forte e chiara, il disegno della faccina di un bebè in lacrime e di un passeggino sbarrati da una striscia rossa, proprio come per i cartelli che indicano il divieto di sosta in città. In questo ristorante , dunque, niente cucina per bambini o, ancor di piu' torte per bambini! Una delle stranezze di questa vicenda è che la notizia si è diffusa solo ora, mentre il cartello è stato affisso ben due anni fa, come non manca di far notare il proprietario, stupito da tanto clamore. Fino a quando la notizia non è diventata di dominio pubblico grazie al web, rimbalzando di social network in social network con l'inevitabile strascico di critiche (alcune delle quali molto feroci), il signor Marco riferisce che nessuno dei suoi clienti aveva mai trovato nulla da ridire. Probabilmente, afferma ancora l'uomo, tanto clamore è stato dovuto a una cliente rifiutata perché accompagnata da alcuni bambini. La donna avrebbe contattato la stampa, provocando un caos mediatico che, se da un lato ha assicurato al locale una notevole pubblicità gratuita, dall'altro poteva anche rivelarsi un boomerang. Ma così non è stato. Da quando infatti la notizia si è sparsa, la Fraschetta del Pesce avrebbe addirittura raddoppiato i suoi clienti. Quando gli è stato chiesto il motivo di una decisione così drastica, il proprietario ha risposto così: "Anzitutto ho un ristorante piccolo, da 100 persone, che non mi consente di occupare spazio con bambini e passeggini. Non ne potevo più di lavorare facendo lo slalom tra i tavoli e i soprattutto non ne potevo più di bambini urlanti che correvano per la sala. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una sera con 5 bambini che urlavano, sgattaiolavano tra i tavoli e si lanciavano tovaglioli e posate mentre i loro genitori non dicevano nulla. - Mica posso legarli? - mi ha risposto una madre quando ho chiesto aiuto. Da lì ho deciso: basta bambini sotto i 5 anni nel mio ristorante, perché i genitori di oggi non li sanno educare". Niente bambini e non si tratta di giochi di ristoranti. Insomma, quella del signor Marco non è una decisione d'impulso, basata su un capriccio personale oppure - come ha insinuato qualcuno - su una sorta di razzismo nei confronti delle coppie con figli piccoli; al contrario, si è trattato di una decisione ponderata, dettata dall'impossibilità di lavorare in maniera tranquilla ed efficiente quando al ristorante c'erano clienti con bambini piccoli urlanti o indisciplinati, soprattutto a causa di genitori non in grado di educarli al rispetto del lavoro altrui. A chi obietta che forse, prima di giungere a misure del genere, avrebbe potuto provare ad affiggere all'ingresso un cartello con delle norme di comportamento per i genitori, l'uomo risponde che è praticamente impossibile capire se un genitore è educato oppure no, e se dunque rispetterà o meno le regole imposte dal locale. L'ammonimento insomma non è contro i bambini, ma contro la maleducazione dei lori genitori. Una giustificazione, questa, che però non ha convinto tutti.Leggete anche i seguenti argomenti, selezionati in esclusiva per voi!
Pubblicata il 12/07/2016Le nostre rubriche
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