Anche se la loro produzione in Italia è vietata, nelle nostre tavole compaiono comunque alimenti che presentano
Ogm. Gli organismi geneticamente modificati sono presenti, infatti, in alcuni cibi di uso comune e soprattutto in quelli per neonati. E' il Ministero della Salute a dirlo con un rapporto che esamina dati del 2015. Ben il 2% dei cibi analizzati presenta organismi geneticamente modificati, anche se in quantità limitate. Ma ciò che desta maggior preoccupazione è che la percentuale sale al 10% se si prendono in considerazione soltanto
alimenti per neonati.
Ogm, i cibi che ne presentano di più
In particolare i prodotti di soia e cereali sono quelli con la maggior presenza di organismi geneticamente modificati: latte di soia, gallette di riso, prodotti con farina di mais i cibi maggiormente 'incriminati' anche se la presenza di Ogm non arriva allo 0,9% consentito.
Lo studio ha analizzato 804 campioni dei quali 116 provenienti dall'estero. Proprio in questi sono stati individuati alimenti non conformi. Ad ogni modo la situazione appare sotto controllo e non ha raggiunto livelli di allarme.
Cosa sono
gli Ogm
Gli
organismi geneticamente modificati sono animali o piante che hanno subito dei cambiamenti di ingegneria genetica con parti di Dna aggiunte, tolte o modificate. In pratica a livello alimentare si fa riferimento a coltivazioni, destinate al consumo umano diretto o all'alimentazione del bestiame. Gli
alimenti Ogm più diffusi sono soia,
mais,
riso e colza. Le modificazioni puntano a rendere le coltivazioni più resistenti e più produttive.
I rischi degli alimenti Ogm
Ma perché i
prodotti Ogm non sono ben visti? Quali sono
gli ogm pro e contro? Al momento certezze scientifiche sul fatto che creino danni all'organismo umano non ce ne sono. I detrattori però puntano il dito contro il rischio ambientale e il pericolo che le piante geneticamente modificate si diffondano ed entrino in competizione con le specie naturali, andando a contaminare tutta la flora. In realtà guardando al futuro diviene difficile pensare a rinunciare agli Ogm, anche perché nascono per aumentare l'accessibilità al cibo sfamando anche parte della popolazione che vive in condizioni difficili. Magari tra qualche anno però la ricerca che punta sulla qualità e quella che mette in primo piano la quantità potranno convergere verso lo stesso obiettivo.