La dieta giapponese fa bene come quella mediterranea

Data Pubblicazione: 26/10/2019

La dieta giapponese

La dieta giapponese fa bene quanto quella mediterranea, anzi forse anche di più. Chi lo dice? Basta guardare l’aspettativa di vita: 79 anni per la dieta mediterranea, 85 per quella giapponese. Ed è proprio in Giappone che vive la donna più anziana al mondo: Kane Tanaka con i suoi 116 anni è la persona con più anni ancora in vita.
La (quasi) uguaglianza tra dieta giapponese e dieta mediterranea si riscontra anche nei tassi di riduzione del rischio di alcune malattie: per l’ictus siamo tra il 25% della dieta mediterranea e il 22% di quella giapponese; per il cancro si va dal 35% della prima al 27% della seconda; con il morbo di Parkinson, invece, 46% e 50%. Negli ultimi tempi si sono poi aggiunti i dati sull'incidenza del tumore alla prostata in Giappone: in particolare secondo uno studio recente, la dieta giapponese ridurrebbe il rischio di tumore alla prostata grazie alla molecola chiamata Equol, prodotta dall'intestino quando digerisce la soia. Una molecola che bloccherebbe l’azione del DHT, ormone legato all'ipertrofia prostatica e al tumore.

Perché la dieta giapponese fa bene

Dati che hanno reso la dieta giapponese patrimonio immateriale dell’umanità con il riconoscimento dell’Unesco uguale a quello ricevuto dalla dieta mediterranea. Alla base dei benefici dell’alimentazione giapponese ci sono l’elevata presenza degli estrogeni deboli in cibi come tofu, edamame, germogli di soia; inoltre è povera di grassi saturi, che provocano danni all’organismo alzando i livelli del colesterolo. Infine, anche nella dieta giapponese c’è una grande presenza di alimenti di origine vegetale, proprio come in quella mediterranea: nell’alimentazione orientale prevalgono riso, alghe, radici, soia, spezie. Tutti alimenti che prevedono fibre, acidi grassi mono e polinsaturi, sali minerali e antiossidanti: sostanze che garantiscono un effetto antiinfiammatorio e un’azione anti-invecchiamento. La dieta giapponese quindi fa bene ma non per tutti: i benefici, infatti, sono collegati anche al patrimonio genetico e quindi un italiano che mangia giapponese non avrebbe gli stessi effetti positivi.

Pubblicata il 26/10/2019

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