Come riconoscere i conservanti nocivi

Data Pubblicazione: 16/11/2015

Come riconoscere i conservanti nocivi

Come riconoscere i conservanti nocivi: vediamo insieme come difenderci e cosa ridurre nella nostra dieta. Questo è importante perché la scelta del consumatore condiziona le scelte dei fabbricanti. Selezionando i prodotti da comprare, è possibile fermare l'uso dei conservanti nocivi. Capita spesso di mangiare un cibo confezionato, senza tener conto della caratteristica di "conservazione". Il motivo per cui siamo indotti a non considerarlo, è da imputare alla scarsa informazione sui criteri di qualità, ed alla pubblicità ingannevole che ammalia la mente. Un errore non di poco conto, viste le insidie che si nascondono dietro gli alimenti. A parte i conservanti inoffensivi, consentiti dalla legge, utilizzati per il nobile scopo di proteggere il cibo dal deterioramento provocato dai microorganismi, esiste una lunga lista nera di additivi e conservanti chimici che nuocciono gravemente alla salute. Vengono presuntuosamente usati per rendere esteticamente perfetto un alimento, nel sapore e nell'aspetto. "L'occhio vuole la sua parte", ma in questo caso a discapito della qualità. Purtroppo, contribuiscono lentamente alla formazione di patologie, catalogate come neoplasie, e danni strutturali al DNA. Impressionante realtà, che sembra appartenere ad una mera profilassi retorica. Un argomento "fantasma" che continua ad apparire solo in alcune circostanze, e come prerogativa di pochi "salutisti", spesso criticati. Imparare a leggere le etichette alimentari, invece, e saper riconoscere i conservanti nocivi, può fare la differenza. I conservanti, spesso contrassegnati dalla lettera "E", seguita da un numero a tre cifre, vanno chiamati per nome, per essere riconosciuti. Tenersi alla larga da alcuni è fondamentale. Fra i più nocivi vanno annoverati: il sodio benzoato (contenuto in alcune bevande e nelle salse), il glutammato monosodico, il sodio nitrato ed il nitrito di sodio, il solfito di sodio, il dimethylpolysiloxane (un derivato dal petrolio contenuto in alcuni prodotti per fast food, fra cui le uova), l'anidride solforosa ed i suoi derivati (distrugge la vitamina B1 ed E), il BHA ed il BHT (presenti in molti prodotti da forno e nelle gomme da masticare), i parabeni, il bromato di potassio (utilizzato per far aumentare il volume di alcuni prodotti da forno), i dolcificanti artificiali, l'azodicarbonammide, l'olio vegetale parzialmente idrogenato, e moltissimi altri, fra cui venti coloranti alimentari. Davanti ad un ipotetico acquisto si ha la possibilità di decidere se sia opportuno sceglierlo. La scelta deve derivare da una maggiore consapevolezza: siamo quotidianamente esposti a sostanze tossiche, dall'aria che respiriamo ai vestiti che indossiamo, è opportuno infierire ulteriormente? Peccare di zelo, in questo caso, è doveroso. Un'accurata selezione, infatti, è sinonimo di rispetto verso se stessi; equivale ad acquisti responsabili, ad una maggiore richiesta di genuinità, ad una sfida contro le furberie dei fabbricanti incoscienti, ad una rivalsa contro un sistema marcio, che ragiona in quantità commerciale, e non in qualità primaria.

Additivi ingeriti in un anno

Pubblicata il 16/11/2015

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