Data Pubblicazione: 26/05/2016
VEGETARIANI E GENI Parliamo di vegetariani e geni. Essere vegetariani modifica il nostro DNA. Sembra, infatti, che la dieta vegetariana può indurre una mutazione genetica nell'uomo: ad affermarlo è una ricerca statunitense. L'alimentazione di un individuo può influire profondamente sui propri geni: è questo il risultato di una ricerca condotta dalla Cornell University. Gli scienziati hanno esaminato la geografia del vegetarianesimo riscontrando in particolare una variazione di tipo genetico in coloro che da generazioni seguono un'alimentazione priva di carne. Osservando la mappa a livello mondiale si può notare come questa mutazione del DNA sia stata riscontrata in quelle aree del pianeta in cui la dieta vegetariana, molto spesso per ragioni di necessità, sia stata adottata da centinaia di generazioni: si parla dell'India, di alcune parti dell'Asia orientale e dell'Africa. Una differente versione del gene, per certi versi contrapposta a quella vegetariana, è stata rilevata invece in Groenlandia, fra la popolazione degli Inuit, generata da un adattamento ad un'alimentazione a base di pesce. La mutazione di tipo "vegetariano" riguarda due enzimi specifici, FADS1 e FADS2, importanti nella conversione degli acidi grassi assunti attraverso il cibo in composti essenziali per l'organismo, per la salute cerebrale e la difesa contro le infiammazioni. Si tratta quindi degli Omega 6 e degli Omega 3, la cui assunzione regolare è di primaria importanza per mantenersi in salute. L'equilibrio fra Omega 3 ed Omega 6 è la chiave del nostro benessere: da una parte i primi, contenuti per lo più nel pesce, nell'olio d'oliva, nei cereali integrali e in alcuni tipi di frutta e verdura, regolano il metabolismo e hanno una potente azione antinfiammatoria; dall'altra, i secondi, presenti principalmente negli oli vegetali, contribuiscono all'infiammazione, risposta metabolica comunque necessaria che aiuta a mantenere in salute ossa e apparato riproduttivo. La dieta mediterranea raggiungerebbe perfettamente tale equilibrio, mentre la dieta occidentale in generale sarebbe molto squilibrata, con una prevalenza di Omega 6, presenti nella maggior parte del cibo di tipo industriale. La ratio ideale però non è universale ma piuttosto cambia da persona a persona in base al proprio patrimonio genetico. Il processo che riguarda la conversione di Omega 6 e Omega 3 è normalmente più semplice per chi include la carne nella propria alimentazione abituale, ma diviene più difficoltoso per quanti conducono una dieta vegetariana, perché riescono a metabolizzare più velocemente gli acidi grassi vegetali. Il loro gene modificato, inoltre, incrementa anche la produzione di acido arachidonico, legato all'insorgere di infiammazioni e tumori se accostato ad una dieta ricca di Omega 6. Questa scoperta sarà molto preziosa in campo medico poiché, tenendo conto di tale mutazione, sarà possibile trattare in maniera adeguata i pazienti geneticamente vegetariani che presentano questo genere di patologie.
Pubblicata il 26/05/2016Le nostre rubriche
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