Lavoro di squadra per essere un buon capo

Data Pubblicazione: 08/11/2015

Lavoro di squadra per essere un buon capo

A lavoro essere il capo è difficile: occorre far in modo di essere rispettati, ma non troppo temuti, altrimenti il rischio è creare un ambiente ostile.

Dirigere una squadra di lavoro non è facile perché spesso questo ruolo è molto disprezzato dai dipendenti, soprattutto se il capo si comporta in modo dispotico. Al bando le maniere brutali soprattutto in pubblico, l'educazione vince sempre anche se si è al comando. 
Se il lavoro è di relazione e quindi vi sono clienti a contatto diretto con i dipendenti, è necessario evitare di sgridare davanti a costoro i propri collaboratori. Ciò crea un ambiente ostile e allo stesso tempo è un comportamento non apprezzato dai clienti che potrebbero provare imbarazzo o comunque giudicare male il capo.
I dipendenti possono essere ripresi in caso di errore o scarsa efficienza, ma in privato e con toni civili, in questo modo capiscono l'errore, il capo ottiene rispetto, ma allo stesso tempo lavorare non diventa un incubo.
Se c'è un unico dipendente che sbaglia, deve essere ripreso solo costui e non l'intero staff che sarebbe altrimenti demotivato ad impegnarsi visto che i meriti non vengono riconosciuti.
Un buon leader deve essere anche in grado di impartire gli ordini, ma allo stesso tempo una volta chiarite le mansioni, le responsabilità e aver controllato che il dipendente è in grado di procedere da solo, è bene evitare di intromettersi sempre ad esercitare un controllo continuo perché ciò mina le sicurezze del dipendente. Il capo non deve essere una baby sitter.
Quando c'è motivo è opportuno complimentarsi con il proprio staff, anche in presenza di terzi soggetti. Riconoscere i meriti e gratificare le persone aiuta a creare un ambiente collaborativo, stimola il dipendente a fare di più e meglio e quindi alla fine diventa un guadagno anche per il capo.
Il leader deve essere ottimista in modo da gestire le situazioni di difficoltà, inoltre deve evitare di scaricare sui dipendenti le colpe di eventuali insuccessi: se dai collaboratori non si ottiene il meglio è colpa anche di chi li dirige.
Il capo deve lavorare all'interno dell'azienda, al bando i capi che hanno intenzione solo di dirigere gli altri, collaborare è la parola d'ordine per essere amati e rispettati dai propri dipendenti.
I sottoposti non sono delle macchine, quindi per aumentare la loro soddisfazione e la resa sul lavoro è bene anche permettere dei piccoli momenti ludici e di svago all'interno del luogo di lavoro, ciò crea empatia e affiatamento tra collaboratori e tra il capo e i suoi dipendenti. Stemperare i toni è importante soprattutto in periodi di particolare tensione.

Per essere un buon capo ci vuole impegno, rispetto per i dipendenti, un po' di simpatia ed il successo è assicurato.
 

Pubblicata il 08/11/2015

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