Lavare il Farro è operazione semplice ma necessaria. Tra i cereali più antichi presenti al mondo, il farro è utilizzato in varie ricette. Per essere consumato occorre però lavorarlo cosa che può essere fatta utilizzando diverse tipologie di lavorazione, vediamole insieme.
Come lavorare il farro
Decorticatura o Svestitura: si tratta di un’operazione che serve per eliminare la glumella o lolla dai semi di farro. Tale vestitura è differente tra il farro piccolo (il ‘vestito’ è molto aderente) o il farro grande (lo si trova già aperto ed è quindi più facilitare da portare a termine la svestitura). Ad ogni modo già dopo questa lavorazione,
i chicchi di farro possono essere utilizzati per preparare zuppe e minestre.
Perlatura o Semi-Perlatura: è un’operazione che viene fatta anche per il riso e per l’orzo. Con tale lavorazione si va a graffiare la superficie del seme in modo da renderlo più chiaro e si riduce anche la presenza di fibre.
Macinazione: è il procedimento attraverso il quale i chicchi del farro sono trasformati in farina. Tale farina potrà poi essere utilizzata per la panificazione o per fare la pasta.
Lavare il farro
Veniamo ora rapidamente come lavare il farro: i chicchi vanno passati sotto l'acqua con attenzione, avendo cura di eliminare ogni detrito o impurità. Per fare questo ci si può avvalere anche dell’aiuto di un setaccio. Successivamente occorre lasciare il cereale in acqua fresca, dalle 4 alle 12 ore in base alla tipologia.
Le ricette con il farro
La presenza del farro in zuppe e minestre è raccomandata in aggiunta a tuberi e legumi, in quanto va ad esaltarne i sapori. Molto conosciuto è il
farro della Garfagnana che ha ricevuto anche il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Qui si possono trovare tutte le ricette con il farro, alimento che non è utilizzato soltanto per le zuppe.