Data Pubblicazione: 04/01/2018
Meno conosciuto e utilizzato dell'olio di oliva, l'olio di semi è presente in commercio in tante varietà. Diffusosi soprattutto nel novecento, grazie alla scoperta di nuovi procedimenti per ricavare l'olio da altri vegetali: questo deriva da noccioli e semi soprattutto di determinate piante, come ad esempio girasoli e arachidi.
Per ottenere l'olio di semi esistono due procedimenti: l'estrazione chimica e l'estrazione meccanica. La prima prevede l'utilizzo di solventi, mentre la seconda si attua tramite la pressatura dei semi. L'estrazione chimica porta alla perdita di gran parte delle proprietà nutritive dei semi, mentre quella meccanica mantiene inalterato il patrimonio nutritivo degli stessi.
Come detto esistono numerose varietà di olio di semi, in base alla pianta utilizzata. I diversi tipi differiscono per alcuni aspetti nutrizionali, conservando (come vedremo dopo) alcune caratteristiche comuni. Tra le varietà più note c'è sicuramente l'olio di semi di girasole, estratto dai semi dell'omonimo fiore. Altrettanto diffuso è l'olio di arachidi, così come l'olio di semi di lino e l'olio di semi di canapa. Ma di varietà ne esistono davvero tante: allora non si può non nominare l'olio di riso, nato in Giappone; poi l'olio di palma con tutte le recenti critiche sui suoi presunti effetti negativi sulla salute umana. L'elenco, non esaustivo, è completato dall'olio ottenuto dai semi di soia e l'olio di cocco.
Dicevamo che le diverse varietà di olio di semi hanno delle caratteristiche comuni. Si tratta soprattutto del contenuto maggiore di vitamine e grassi Omega 3 e Omega 6 rispetto all'olio d'oliva. Questo assicura una maggiore digeribilità ed altri effetti positivi sul nostro organismo. Le altre proprietà, invece, sono fortemente legate al seme da cui originano. Così, ad esempio, la vitamina E è presente nell'olio di arachidi, dove è completamente assente il colesterolo rendendo tale olio ideale per chi soffre di cuore; l'olio di mais è invece ottimo per chi soffre di colesterolo e arteriosclerosi per la presenza degli acidi grassi polinsaturi; infine, l'olio di girasole sarebbe capace di ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue.
Come l'olio di oliva, anche quello di semi va conservato in una bottiglia scura e tenuto lontano dalla luce diretta. In alcuni casi, una volta aperto l'olio va conservato in frigorifero.
I vari oli di semi possono essere usati in cucina in base alle loro caratteristiche. Se l'olio di girasole è ottimo per condire piatti a crudo ma non per le fritture (l'acido linoleico lo rende instabile ad alte temperature), l'olio di arachidi è ottimo per una frittura di pesce e anche per la preparazione della maionese. L'olio di mais è invece consigliato per condire insalate o piatti crudi, come l'olio di riso, mentre quello di soia è ottimo come condimento delle verdure.
Pubblicata il 04/01/2018Le nostre rubriche
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