Farro, non solo zuppe per il frumento più antico

Data Pubblicazione: 06/12/2016

Farro, non solo zuppe per il frumento più antico

Appartenente al genere Triticum, il Farro è il più antico frumento coltivato: si parla dell’utilizzo del farro fin dal neolitico. Tre le specie di farro conosciute:

  • farro piccolo o monococco (Triticum monococcum): prima forma coltivata dall’uomo.
  • farro medio o dicocco (Triticum dicoccum): la sua origine può essere individuata tra Mediterraneo e Caucaso, è la tipologia maggiormente coltivata in Italia.
  • farro grande o farro spelta (Triticum spelta): è l’ultimo arrivato, quasi duemila anni dopo le altre due varietà.
Il farro cresce in climi non freddi né tropicali: il clima Mediterraneo è quello preferito ma resiste anche ad un clima leggermente più fresco. I chicchi anche dopo la trebbiatura presentano un rivestimento formato da involucri glumeali: necessario quindi procedere alla svestitura prima di poterli mangiare o utilizzare in cucina.

Farro, valori nutrizionali

A livello nutrizionale, il farro rispetto agli altri frumenti vanta una maggior presenza di proteine. Elevato anche il contenuto di vitamine e sali minerali, mentre sono pochi i grassi: questo rende il farro cibo ideale per diete dimagranti. Elevato anche il contenuto di fosforo, potassio e magnesio, così come quello di Vitamina A, B2 e B3. Ogni 100 grammi di farro contengono 335 Kcal
  • Grassi 2,5 g
  • Carboidrati 67,1 g
  • Proteine 15, 1 g
  • Acqua 10,4 g
Il consumo di farro è indicato in chi soffre di problemi di stitichezza e di gastrite.

Cenni storici

Le origini del farro possono essere fatte risalire al Medio Oriente. Le prime testimonianze risalgono ad oltre 5.000 anni fa. Prima ancora dell’avvento del grano duro, il farro era elemento centrale dell’alimentazione delle popolazioni arcaiche. Nell’antica Roma, il farro costituiva l’alimentazione base delle legioni romane quando andavano alla conquista di nuovi territori. Inoltre, nella costituzione repubblicana di Roma (V secolo avanti Cristo) era previsto che anche prigionieri e schiavi avessero diritto a una libbra di farro al giorno. Il farro, inoltre, era protagonista del confarreatio, rito matrimoniale diffuso nel mondo classico romano: la cerimonia prevedeva che gli sposi ricevessero in dono una focaccia di farro da spezzare e mangiare insieme. Il farro è anche protagonista della festa patronale di Monteleone di Spoleto. Alla vigilia di San Nicola, il 5 dicembre di ogni anno, il parroco prepara una zuppa di farro (il farro benedetto) che viene distribuita a tutta la popolazione. Tale usanza deriva dal miracolo compiuto da San Nicola nel paese: la storia racconta che il Vescovo di Bari passando per Monteleone, si rese conto della grande povertà in cui viveva la popolazione; a quel punto tirò fuori il farro che portava con sé e lo iniziò a distribuire. La scorta di farro non sarebbe bastata per saziare tutti i cittadini, ma i chicchi si moltiplicarono una volta nelle mani del santo. Proprio per tale leggenda gli abitanti di Monteleone di Spoleto sono soprannominati mangiafarre o farrari de san Nicola.

Come conservarlo

Il farro deve essere conservato in un luogo fresco e asciutto; necessario tenerlo lontano dalla luce del sole.

Varietà di preparazione del farro

Il farro può essere utilizzato sia come base per insalate fredde che come ingrediente di verdure e zuppe. Inoltre si può utilizzarlo anche come il riso e condito con sughi vegetali. Per la cottura del farro, il perlato va cotto in acqua salata per circa trenta minuti, mentre il decorticato va cotto per circa un’ora dopo averlo fatto stare una notte in ammollo. Tra le varie tipologie di ricette possiamo trovare insalata di farro con tonno e verdure, dei deliziosi gnocchi di farro oppure dei biscotti di farro.

Pubblicata il 06/12/2016

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