Data Pubblicazione: 16/05/2018
La prima definizione relativa al termine proibitici risale al 1965 e si deve a Lilly e Stillwell che li definirono"sostanze secrete da un organismo, in grado di stimolare la crescita di un altro". Nove anni più tardi (1974) Parker migliorò tale definizione con un’altra più vicina a quella attuale: “organismi e sostanze che contribuiscono all’equilibrio microbico intestinale”.
Al di là della primogenitura della definizione, i probiotici sono dei microrganismi che portano benefici positivi all’organismo umano ed in particolare all’apparato gastrointestinale e alla composizione microbiotica intestinale. Vari gli studi che hanno evidenziato gli effetti positivi dei probiotici e il legame con la prevenzione di diversi disturbi. Numerose sono le ricerche che hanno evidenziano come i probiotici aiutano a prevenire problemi della flora intestinale, rafforzano il sistema immunitario e garantiscono protezione contro la diarrea dovuta all’assunzione di antibiotici. Ma gli effetti positivi non finiscono qui perché è stato dimostrato come possano anche contribuire a diminuire il dolore e i gonfiori dovuti alla sindrome del colon irritabile. Inoltre, recenti studi hanno messo in evidenza il legame tra il Parkinson e un’alterazione del microbiota, così come la relazione tra batteri intestinali, ansia e depressione.
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